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Castello di Senarega: la storia

( Torriglia, 21 Luglio 2017 )

Il castello di Senarega è uno dei monumenti più antichi e rappresentativi delle valli dell’Antola. Situati in Valbrevenna, lungo quella che per secoli fu una delle più importanti vie di comunicazione fra la costa e l’entroterra padano, il castello e il borgo che gli sorge attorno, sono una testimonianza eloquente della storia e delle tradizioni del territorio, che il Parco dell’Antola ha voluto valorizzare attraverso gli imponenti lavori di restauro portati a termine nel 2014 grazie ai fondi europei messi a disposizione dalla Regione Liguria con il cofinanziamento del Parco, che hanno consentito il riadattamento del castello per l’utilizzo come polo funzionale e rifugio escursionistico e la sistemazione di alcuni elementi urbanistici del borgo di Senarega (come la piazza e le stradine acciottolate con il tipico “risseu”).

Silvana Balbi è una delle persone che più da vicino hanno seguito il progetto di restauro del castello, in qualità membro del consiglio direttivo del Parco delegato a questo compito, e, per passione e per incarico professionale (ha lavorato presso la Soprintendenza di Genova), è anche una profonda conoscitrice della storia e delle tradizioni dell’entroterra genovese.

L’intervista che le abbiamo rivolto svela aspetti poco noti e sicuramente affascinanti delle vicende legate a questo monumento e al territorio della Valbrevenna.

  • Il castello di Senarega ha una storia molto antica e la sua presenza racconta del ruolo strategico che il territorio della valle ha avuto per diversi secoli. Ci può aiutare a ripercorrere per punti sintetici le vicende legate a questa struttura?

“La nascita del castello di Senarega è intimamente legata alla sua posizione geografica. La struttura sorge, infatti, lungo l’antica via che collegava la Liguria alla pianura padana, che era una via di crinale, come quasi tutte quelle di allora, perché i crinali segnavano il passaggio più agevole, evitando gli ostacoli naturali come i fiumi.

Lungo questa via, nel tratto della Valbrevenna, c’è un solo punto in cui bisogna varcare un corso d’acqua. E dove c’è un fiume c’è un ponte, dove c’è un ponte c’è un dazio da pagare e dove c’è un dazio c’è una guarnigione che lo deve riscuotere e un castello per ospitare la guarnigione. Ecco, il castello di Senarega nasce esattamente così, come logica conseguenza di queste necessità.

A edificarlo, attorno al 1200, furono i conti Senarega, padroni del territorio. Più che un castello la struttura originaria è una semplice torre, una piccola fortificazione, comunque sufficiente a presidiare il territorio, consentendo ai conti di riscuotere le loro gabelle e ai viandanti di essere un po’ più tutelati dalle scorrerie dei briganti.

Quelle che si trasportavano lungo le vie di crinale erano, infatti, merci preziosissime. Pensate ad esempio al sale, il cui valore e significato simbolico per l’economia era paragonabile a quello che oggi ha il petrolio. I mercanti erano ben lieti di pagare un dazio rimanendo su un percorso presidiato, piuttosto che avventurarsi lungo itinerari alternativi, dove merci e uomini potevano facilmente cadere preda dei briganti.

Nei secoli la via di comunicazione e commercio che passa da Senarega continuò a mantenere la sua importanza, tanto che, presumibilmente nel corso del ‘500, il castello venne ampliato con l’aggiunta di una struttura dedicata a funzione residenziale, edificata dalla famiglia dei Fieschi di Savignone, che ne conserverà la proprietà anche per i secoli a venire.

Questo fatto ci riporta a una curiosità storica: i Fieschi di Savignone, infatti rappresentano l’unico ramo della grande famiglia Fieschi che, dopo il fallimento della celebre congiura, riuscì a sottrarsi alle persecuzioni dei Doria e a conservare proprietà e privilegi”.

  • Il castello non è una struttura “isolata”, anche sotto l’aspetto del valore artistico e paesaggistico, ma si inserisce nel contesto di uno dei borghi più affascinanti dell’entroterra genovese. Quale storia raccontano questi luoghi?

“L’intero borgo di Senarega è ricco di elementi significativi dal punto di vista storico e culturale. Come segnalavo prima, la via di crinale che passa dalla Valbrevenna restò in voga per secoli, praticamente fino a tutto l’800. Senarega, per la sua posizione strategica, continuò ad essere uno snodo centrale lungo la via, come testimoniano gli edifici del borgo che ancora oggi rivelano la presenza, sul finire del XIX secolo, di ben sette osterie, evidentemente destinate ad ospitare i numerosi viandanti in transito.

I segni della storia nel borgo sono numerosi e davvero notevoli, a cominciare dal bellissimo e antico ponte in pietra, la cui spettacolarità è purtroppo soffocata dal vicino ponte stradale edificato negli anni ’50. Molto bella è anche la chiesetta che sorge accanto al ponte e che, curiosamente, nella storia ha svolto il ruolo di chiesa parrocchiale della frazione di Chiappa, un piccolo abitato della valle, che però dista una trentina di minuti di cammino da Senarega…

Anche la chiesa maggiore del paese, che sorge nei pressi del castello, rivela elementi architettonici davvero particolari, come la piazza antistante con le due sedute in pietra… una rigorosamente riservata agli uomini e l’altra alle donne!

Molto bello è anche l’oratorio, ristrutturato anch’esso con i fondi europei, e che presenta una mirabile volta a botte, rivestita con tavole di legno, che donano alla struttura un’ottima acustica.

Interessanti poi sono le vecchie case del borgo: con l’antico forno ancora visibile, i seccherecci per le castagne e l’aia con la pavimentazione originale in pietra.

Un’altra curiosità sulla storia di Senarega: fra il ‘700 e l’800, per via dell’abbondante presenza di acqua, il borgo divenne un importante centro tessile.

Una volta realizzati, i prodotti tessili dovevano essere lavati e poi messi ad asciugare. Quest’ultimo passaggio rappresentava un problema per il borgo, edificato in un punto molto ombroso della valle. Le merci prodotte a Senarega venivano quindi trasportate a Chiappa, che sorge in bella posizione soleggiata, dove ancora oggi, all’esterno delle case, si vedono i ganci dove venivano appese le matasse di filato per l’asciugatura”.

  • Fino a una manciata di anni fa il castello era in disuso, poi l’Ente Parco, grazie ai finanziamenti europei della Regione, ha avviato un progetto di ristrutturazione e valorizzazione a scopo turistico e culturale. Invece che puntare sulla semplice “musealizzazione” del castello, lo si è voluto trasformare in una struttura ricettiva con spazi a disposizione anche per convegni e mostre. Quali sono le ragioni e gli obiettivi di questa scelta?

“I fondi che hanno consentito il restauro derivano da un bando europeo al quale il territorio partecipò con un progetto dell’architetto Bruno Repetto, dedicato al restauro dei castelli della Valle Scrivia e Val Fontanabuona. Ai tempi non ero ancora nel consiglio del Parco, ma lavoravo alla Soprintendenza e apprezzai da subito l’impostazione progettuale, focalizzata sull’idea di “fare vivere” i luoghi oggetto dell’intervento. Questa è una concezione di restauro che condivido da sempre: risistemare una struttura dal punto di vista puramente architettonico serve a ben poco, se non si riesce a darle una funzione di utilizzo che le conferisca una nuova vita.

Per il castello di Senarega la destinazione più appropriata si è subito rivelata quella di struttura ricettiva dedicata al turismo escursionistico, vista la vicinanza alla rete degli itinerari del Monte Antola. Gli interventi di restauro, progettati dall’architetto Richetti, purtroppo scomparso qualche tempo fa, hanno quindi portato alla realizzazione di una struttura perfettamente funzionale a questo scopo, con interventi molto limitati sulla struttura del castello. L’opera più ingente è stata la costruzione della cucina, fra l’altro realizzata in una zona della struttura che era crollata. Per le stanze l’intervento più grosso si è limitato all’edificazione dei muri necessari per separare la zona bagno.

Il piano più alto del castello è invece adibito a sala convegni e conferenze, con spazi e attrezzature adeguate e con una vista davvero meravigliosa!”.

  • Il castello di Senarega a breve sarà finalmente a disposizione dei turisti con la funzione di rifugio escursionistico. Che risultati si aspetta il Parco dall’avvio di questa attività?

“Fin dall’inizio l’obiettivo di questo intervento è stato quello di rappresentare un esempio di buona pratica nella ristrutturazione e riutilizzo delle strutture rurali.

L’auspicio è che con l’apertura al pubblico della struttura si possa contribuire all’avvio di un flusso di utenti e visitatori del territorio, legato prima di tutto al target dei turisti appassionati di escursionismo e outdoor, ma anche al turismo culturale, che di sicuro a Senarega e un po’ in tutta la Valbrevenna possono trovare numerosi spunti di interesse.

Anche il turismo congressuale, ovviamente proporzionato alle dimensioni della struttura e alle caratteristiche del luogo può trovare qui un ambiente, servizi e opportunità davvero interessanti”.

Castello di Senarega: la storia
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