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Itinerando in Alta Val Trebbia

( Torriglia, 02 Agosto 2017 )

Il 2017 è l’Anno dei Borghi, piccole identità che costituiscono il tessuto di quel “museo diffuso” che caratterizza l’autenticità, l’unicità e la bellezza del nostro Paese. In questo articolo ci mettiamo in viaggio per scoprire i Comuni dell’Alta Val Trebbia, sarà poi la volta dell’Alta Valle Scrivia.

Il 2017 Anno dei Borghi Italiani vuole rappresentare un punto di svolta e di definitivo superamento dell’idea della cosiddetta “Italia minore”, un concetto turistico ormai decisamente antiquato e al quale va sostituita una prospettiva che guardi ai borghi come risorse fondamentali che si affiancano alle grandi città d’arte. Non è casuale che l’Anno dei Borghi Italiani coincida con l’Anno Internazionale del Turismo Sostenibile.

I borghi delle valli Scrivia e Trebbia: risorsa del Parco

Anche l’Ente Parco dell’Antola vuole investire su quel patrimonio di peculiarità ed eccellenze che rappresenta la base dell’attrattiva di borghi e piccoli centri delle alte valli Scrivia e Trebbia. Busalla, Crocefieschi, Fascia, Gorreto, Montebruno, Propata, Ronco Scrivia, Rondanina, Savignone, Torriglia, Valbrevenna e Vobbia vogliono puntare a un turismo di qualità rispetto al quale identità, unicità, innovazione e specializzazione dell’offerta sono chiavi di volta del successo. I Comuni delle valli Scrivia e Trebbia, insieme al Parco dell’Antola, intendono migliorare i servizi e promuovere uno sviluppo turistico integrato ad altre risorse territoriali, come la tipicità dei prodotti agroalimentari e le attività all’aria aperta.

In questo articolo esordiamo con il nostro percorso d’identità dei borghi iniziando dall’Alta Valle Trebbia, sul prossimo ci sposteremo verso l’altra valle che si estende lungo le rive dello Scrivia.

Itinerando in Alta Val Trebbia

Il comune di Torriglia (769 m), apprezzato centro di villeggiatura estiva, è meta turistica anche nel periodo natalizio, grazie alla suggestiva frazione di Pentema, dove viene reso omaggio alla più straordinaria storia di tutti i tempi: quella della Natività. Nelle case abbandonate del borgo vengono allestite ambientazioni legate ai mestieri ormai estinti del mondo rurale: praticamente un piccolo paese che, per un mese e mezzo all’anno, si trasforma in un grande presepe.

Indubbiamente più vissuto è il Castello di Torriglia, cardine strategico delle famiglia Fieschi prima e dei Doria dopo. Importante crocevia di antiche direttrici commerciali Torriglia ha sviluppato nel tempo un prodotto delizioso, al quale appuntamento i golosi non possono mancare: il canestrello. A mezz’ora d’auto si può raggiungere il lago artificiale del Brugneto, compreso nei confini del Parco dell’Antola.

In capo alla Valle del Brugneto, lungo l’antica Via del Sale che da Recco, passando per Torriglia conduceva alle valli Borbera, Staffora e Tidone, il comune di Propata (990 m), insieme alle vicine frazioni di Balestrino, Caprile e Caffarena, rappresenta un punto ideale di partenza per le escursioni dirette sull’Antola.

Un panorama veramente eccezionale si offre ai turisti da Casa del Romano (1390 m), importante crocevia con la Val Borbera (AL). Vicino alla linea di valico, a quota 1400 metri, si trova anche l’Osservatorio Astronomico Regionale Parco Antola, progettato per la divulgazione, l’alta formazione e la ricerca scientifica, dotato di un modernissimo telescopio da 800 mm, di un planetario di ultima generazione, di una sala multimediale e di una biblioteca da disposizione dei visitatori. La struttura, inaugurata nel 2011, si trova presso Fascia (1118 m), il comune più alto della provincia di Genova.

Rondanina (981 m), invece, è il più piccolo paese della Liguria capoluogo di comune e ha l’onore di custodire la più antica chiesa romanica dell’Alta Val Trebbia, devota a San Nicola. In questo tipico paese di montagna gli escursionisti avranno la possibilità di andare al Centro Visita “Il Lupo in Liguria”: cinque diverse sale che propongono un percorso museale interattivo, didattico ed emozionale, supportato da moderne tecnologie multimediali.

Qui, come anche a Fascia, Carpeneto e Cassingheno si organizzarono durante la Resistenza le divisioni partigiane “Bisagno” e “Scrivia”. In località Conio Avena si mantengono in piedi i cascinali in paglia con accesso a monte; altri esempi autentici di architettura montana sono evidenti in agglomerati rurali come Alpe e Varni, affacciati sulla Valle del Terenzone.

Un complesso dall’eccezionale valore civile e religioso è l’area cimiteriale della millenaria Chiesa di Santo Stefano, in frazione Fontanarossa, nel comprensorio di Gorreto (533 m). Questo comune di fondovalle, prossimo al confine con la provincia di Piacenza, era feudo fortificato dei Malaspina e a conferma di quel periodo storico vi resta il secentesco Palazzo Centurione.

Da Gorreto, risalendo la valle lungo il tormentato corso del Trebbia s’incontra la frazione Due Ponti, crocevia di antiche strade, e subito dopo Montebruno (650 m), importante luogo di transito commerciale, posto lungo l’antico tracciato che univa la Val Fontanabuona con la Val d’Aveto.

Questo Comune, oltre all’antico ponte dei Doria a quattro arcate vanta il monumento storico-artistico più importante dell’Alta Val Trebbia: il Santuario di N.S. di Montebruno. In alcuni ambienti dell’adiacente convento degli Agostiniani si può ammirare la mostra fotografica permanente dedicata ai luoghi di culto della valle, il “Museo del Sacro” e il “Museo della Cultura contadina dell’Alta Val Trebbia”: delle diverse sezioni in cui si compone l’esposizione permanente (artigianato del passato, cicli agricoli lavorativi, stalla e cucina) la più interessante forse è quella dedicata all’attività castanicola, grazie anche ad un vecchio mulino ancora in grado di macinare.

Qui sono conservati oggetti che restano muti testimoni di secoli e secoli di storia del mondo rurale. Del resto tutta l’Alta Val Trebbia può definirsi un “ecomuseo” dove sopravvivono all’avanzare del tempo preziose tracce di civiltà contadina, località con un forte spirito di aggregazione, paesi trasformati in centri di villeggiatura ma sempre nel rispetto delle tradizioni e del proprio passato. Perché in Alta Val Trebbia la gente ha imparato a convivere con la natura anziché abusarne.


Testi di Enrico Bottino e Serafino Ripamonti

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